“Quando non ci sarò più, sulla mia lapide scriveranno: è quello del bacio a Times Square il giorno della vittoria.”
(Alfred Eisenstaedt)
Ci sono fotografie capaci di rappresentare l’anima di un epoca: l’America della vittoria, della guerra finita, della piazza che festeggia inebriata dall’euforia della pace.
Quelle foto diventano delle icone, immagini persino più note del nome di colui che le ha scattate. E così è stato per Alfred Eisenstaedt, autore di quel famoso bacio tra un marinaio ed un’infermiera, rubato tra la folla di Times Square il 14 agosto 1945, il giorno della resa del Giappone.
Nato nel 1898 a Dirschau nella Prussia Occidentale da una famiglia ebrea, Eisenstaedt cominciò a fotografare all’età di quattordici anni con una Kodak ricevuta in regalo da uno zio.
Dopo la prima guerra mondiale si guadagnò da vivere come rappresentante di bottoni, occupazione che lasciò ben presto per dedicarsi esclusivamente al fotogiornalismo.
Nel 1935, a causa della difficile situazione politica in cui versava la Germania, Eisenstaedt emigrò negli Stati Uniti dove diventò collaboratore della rivista Life, lanciata proprio in quegli anni.
Alle sue dipendenze Eisenstaedt girò il mondo ed immortalò gli eventi più significativi del secolo: l’ascesa di Hitler, la seconda guerra mondiale, gli anni della ricostruzione e le celebrità del tempo.
Come fotoreporter egli non si specializzò mai in un settore specifico, i suoi scatti rivelano uno stile asciutto e sobrio, privo di velleità artistiche ma, proprio per questo, in grado di suscitare emozioni più dirette ed immediate.
Oltre alle foto di cronaca, Eisenstaedt deve la sua fama ai ritratti dei protagonisti del Novecento: Marilyn Monroe, Ernest Hemingway, Tennessee Williams, Gene Kelly, Salvador Dalì, Frank Lloyd Wright, e molti altri personaggi dello spettacolo e del mondo culturale e politico, come Hitler e Mussolini ritratti durante il loro primo incontro in Italia.
Con la sua fedele Leica, Eisenstaedt fu in grado di rivelare il carattere e lo spirito dei suoi soggetti, sia che fossero uomini famosi, sia che fossero uomini sconosciuti, ripresi nella vita e nelle occupazioni quotidiane.
Pioniere della fotografia con luce naturale, il tedesco rinunciò intenzionalmente all’uso del flash per sfruttare l’ambiente e l’atmosfera da esso prodotto, donando così ai suoi scatti un’inusitata intimità ed empatia emotiva.
“L’importante non è la fotocamera, ma l’occhio”, sosteneva Eisenstaedt, affermando in questo modo il carattere soggettivo della fotografia.
Diretto, senza mai lasciarsi coinvolgere dagli eventi, fu capace di fornire al mondo il racconto di un’America ottimista, l’America voluta dagli americani come supremo modello di libertà e di progresso.
Negli ultimi anni della sua esistenza Eisenstaedt amava trascorrere le vacanze a Martha’s Veneyard, l’isola dei Kennedy di fronte a Cape Cod; qui, immerso nella luce violenta dell’oceano e stregato da quei contrasti di luce e di ombra immortalati nell’opera di molti artisti, conduceva i suoi esperimenti fotografici, lavorando con diverse lenti e vari filtri, ma sempre con la luce naturale.
E proprio in quest’isola Alfred Eisenstaedt morì nel 1995, un grande fotografo rimasto nella memoria dei più per un bacio, simbolo della gioia di vivere all’alba di un nuovo inizio.
“Il giorno della vittoria degli alleati sui giapponesi vidi a Times Square un marinaio che correva per strada, acciuffando ogni ragazza che gli capitava a tiro… gli corsi incontro con la mia Leica in mano, ma nessuna delle fotografie che potei scattare mi soddisfaceva pienamente.
D’un tratto vidi che afferrava veloce qualcosa di bianco. Mi girai e scattai nell’istante in cui baciava l’infermiera. Se lei avesse indossato un vestito scuro, o lui avesse avuto un’uniforme bianca, la foto non sarebbe riuscita.”
(Alfred Eisenstaedt)
L'articolo Scatti d’artista: Alfred Eisenstaedt sembra essere il primo su barbarainwonderlart © Barbara Meletto.